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Lombalgia: quanto e' utile la terapia infiltrativa.
Autore: Matteo Pennisi
Data:

Lombalgia: quanto è utile la terapia infiltrativa?

 

Dr. Matteo Pennisi

 

La grande incidenza nella popolazione della lombalgia ed il suo alto costo sociale hanno fatto sì che negli ultimi anni

siano sempre più aumentati gli studi mirati alla definizione di un efficace approccio terapeutico attraverso valutazioni

basate sui rigorosi canoni della EBM (Evidence Based Medicine). La lombalgia semplice infatti secondo vari studi

prevede normalmente una buona prognosi, con in media un miglioramento spontaneo nell’80% dei casi; questo tipo

di comportamento in pratica può alterare la percezione dell’efficacia di uno specifico trattamento, in quanto i buoni

risultati spontanei vanno a sovrapporsi alla reale efficacia dei trattamenti utilizzati; da qui la necessità di adottare nel

campo della cura della lombalgia comune i comportamenti più efficaci attraverso una migliore selezione basata

sull’evidenza scientifica al fine di evitare cure inutili , eccessivamente costose od incongrue non effettivamente capaci

di migliorare il decorso della malattia, e di limitare al massimo la inutile sofferenza psicologica del soggetto.

 

Una recente revisione Cochrane della letteratura (Staal ed al.) pubblicata su Spine nel 2008, che fa seguito ad una

precedente del 2000, ha valutato la terapia infiltrativa nella cura della lombalgia. Infatti le infiltrazioni sono uno dei

trattamenti comunemente utilizzati sul quale come vedremo si rende necessario un approfondimento per una

corretta definizione dell’efficacia.

 

In questa revisione sono stati analizzati i risultati di 18 RCTs (Randomized Controlled Trials) riguardanti infiltrazioni in

varie sedi: epidurali, faccette articolari (intra, periarticolari e blocchi nervosi) , trigger points e tender points. I farmaci

utilizzati erano vari, compresi i corticosteroidi e gli anestetici locali.

 

I risultati di questo studio hanno mostrato una insufficiente evidenza che supporti l’uso della terapia infiltrativa nella

lombalgia, pur non potendosi escludere che specifici sottogruppi di pazienti possano rispondere a specifici tipi di

terapia infiltrativa.

 

In particolare in due studi tra quelli valutati veniva comparata l’infiltrazione epidurale di corticosteroidi verso il

placebo, riscontrando una non significativa differenza tra i due gruppi a breve termine. Non sono emerse inoltre

significative evidenze di efficacia anche negli studi riguardanti le infiltrazioni delle faccette articolari con

corticosteroidi, in particolare in 2 studi con 210 pazienti complessivi l’infiltrazione delle faccette articolari con

corticosteroidi non ha mostrato differenze significative rispetto al placebo per quanto riguarda il sollievo del dolore a

breve termine ed il miglioramento della disabilità.

 

Gli autori concludono sottolineando come non vi sia una forte evidenza che supporti l’uso di alcun tipo di terapia

infiltrativa (epidurale, delle faccette o di altre sedi) per i pazienti con lombalgia subacuta e cronica senza dolore

radicolare.

 

E’ da rilevare come la qualità metodologica di circa metà degli studi era limitata, per cui sarebbe auspicabile in futuro

che ulteriori RCT con alta qualità metodologica vengano condotti in modo da meglio definire i contorni di efficacia e le migliori indicazioni di una terapia che, anche se molto utilizzata, necessita certamente di ulteriore approfondimento.

 

L’articolo ci fornisce un ulteriore stimolo, ove ve ne fosse bisogno, della necessità di approfondire le tematiche

riguardanti il trattamento della patologia lombalgica attraverso un costante aggiornamento ed adattando dove

possibile i protocolli terapeutici ai dati esistenti forniti dall’evidenza scientifica; naturalmente la terapia infiltrativa

resta comunque una delle opportunità terapeutiche a disposizione del medico che si trova ad affrontare la complessa

realtà della terapia della lombalgia, ma certamente in atto non possiamo esprimere certezze che rappresenti un modo

per ottenere risultati significantemente migliori rispetto ad altre strategie di intervento, anche meno invasive.

 

- Neleman PJ, de Bie RA, de Vet HC, et al. : Injection therapy for subacute and chronic benign low back pain. Cochrane Database Syst Rev 2000: CD001824.

 

- Staal JB. de Bie RA, de Vet HC, Hildebrandt J, Nelemans P. : Injection therapy for subacute and chronic low back pain. An updated Cochrane revirw. Spine, Vol. 34, N. 1, pp 49-59, 2008

 

Articolo pubblicato su Riabilitazione Italia